Sapere quali tasse si pagano su un conto deposito è molto importante, dal momento che questi prodotti sono sempre più richiesti da chi punta a tutelare i propri risparmi dall’innalzamento dei tassi senza trascurare gli investimenti.
Conti deposito: ecco tutte le caratteristiche
Prima di capire quali tasse si pagano su un conto deposito vediamo le principali caratteristiche di questo prodotto. Il conto deposito è un conto corrente che prevede la possibilità di vincolare presso una banca o un intermediario finanziario una determinata somma di denaro per un lasso di tempo stabilito al momento della sottoscrizione del contratto.
Conto deposito: quali servizi sono esclusi
Altro aspetto da specificare prima di entrare nel vivo di quali tasse si pagano su un conto deposito riguarda i servizi che sono esclusi da questa tipologia di prodotto, che ha delle differenze sostanziali rispetto ai conti correnti normali.
Il conto deposito, che prevede il possesso di un conto corrente tradizionale d’appoggio, non prevede servizi come il rilascio della carta di credito, del Bancomat e del libretto degli assegni, ma neppure opzioni come la domiciliazione delle utenze e l’esecuzione di bonifici in uscita.
Conto deposito libero o conto deposito vincolato?
Non è importante capire solo quali tasse si pagano su un conto deposito, ma anche avere le idee chiare sulle caratteristiche del conto deposito libero e di quello vincolato. Come è chiaro dal nome, la prima alternativa consente di prelevare in qualunque momento i soldi depositati.
Questa opzione costituisce la scelta ideale per chi non progetta investimenti importanti e ha intenzione di gestire i propri risparmi in maniera flessibile. Il conto deposito libero non ha vincolo di tempo e, nella maggior parte dei casi, neppure limiti di rendimento.
La sicurezza di questo prodotto è garantita dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che li tutela fino a un ammontare di 1 milione di euro.
I vantaggi del conto deposito vincolato
Continuiamo questa doverosa premessa alla specificazione di quali tasse si pagano su un conto deposito parlando dei vantaggi del conto vincolato.
Quali sono? Prima di tutto la possibilità di far fruttare i propri risparmi, con tassi che partono da poco più dell’1% per le somme vincolate per i lassi di tempo minimi – generalmente corrispondenti a 3 mesi – e arrivano a volte il 2 per quelle vincolate fino a 24/36 mesi (in genere è questo il tempo massimo disponibile).
Anche il conto vincolato è oggetto della salvaguardia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, valido per giacenze fino a 1 milione di euro.
Quali tasse si pagano su un conto deposito?
Adesso, dopo aver specificato bene le caratteristiche del prodotto, è arrivato il momento di capire quali tasse si pagano su un conto deposito. Per questi prodotti bancari è prevista un’aliquota del 26% sugli interessi maturati (prima del Decreto Renzi tale valore era pari al 20%).
Le imposte statali sui conti deposito vengono applicate sul conto d’appoggio, la cui presenza è necessaria per poter aprire il conto deposito (per l’attivazione del suddetto conto è obbligatorio effettuare un bonifico dal conto corrente tradizionale).
Tasse sul conto deposito: l’imposta di bollo
Ultimo aspetto da considerare per capire quali tasse si pagano su un conto deposito riguarda l’imposta di bollo. In questo caso è bene distinguere due situazioni, ossia le giacenze fino a 17.000€ e quelle di entità superiore. Nella prima di queste due situazioni è ancora possibile parlare della presenza di un’imposta di bollo fissa pari a 34,20€.
Per i conti deposito con giacenze superiori ai 17.000€ è stata stabilita – con un emendamento alla Legge di Stabilità 2014 – una modalità di calcolo maggiormente equa.
Che cosa prevede? L’applicazione di un’imposta pari allo 0,20% della giacenza (ritocco effettuato a partire da un precedente 0,15).
Alla definizione dell’imposta di bollo concorrono tutte le tipologie di prodotti depositati, dalle obbligazioni, alle azioni, ai fondi comuni d’investimento, fino ai derivati.
L’imposta di bollo sui conti deposito viene calcolata alla data di produzione dell’estratto conto, che può essere mensile, trimestrale, annuale o semestrale.