Conto Deposito Vincolato 2017: Cosa vuol dire?

Conto Deposito Vincolato: Cos’è?

Il conto deposito è sempre una forma di contratto che viene stipulato tra una banca ed il cliente. A differenza del conto corrente questa tipologia di contratto prevede generalmente solo versamenti e prelievi. Il conto deposito offre generalmente interessi maggiori rispetto al conto corrente tradizionale.

Ogni conto deposito può essere libero oppure vincolato. Mentre nel primo caso si ha l’immediata disponibilità del denaro versato, in caso di conto deposito vincolato il capitale in giacenza viene reso disponibile solo ad una determinata scadenza prefissata, che può essere compresa tra un mese e tre anni. In caso di conto deposito vincolato la banca riconosce al cliente una percentuale di interesse maggiore rispetto al conto deposito libero.

Se il cliente ha necessità di prelevare il denaro prima della suddetta scadenza dovrà corrispondere all’istituto una penale che generalmente coincide con l’interesse maturato.

Tassazione Conti Deposito Vincolati 2017

Fino al 2011 coloro che possedevano un conto deposito vincolato oppure libero dovevano corrispondere un’imposta di bollo di €. 1,81 per ogni anno solare, oltre a vedersi addebitare una aliquota fiscale del 27% sugli interessi maturati. Molto spesso la banca finiva per farsi completamente carico dell’importo esiguo del bollo, promuovendo così i libretti di deposito a zero spese. A partire dal 2012 l’aliquota è stata ridotta al 20%, mentre è stata innalzata l’imposta di bollo, divenuta pari allo 0,1% del capitale.

 

Questa variazione ha fatto sì che la quasi totalità delle banche abbia finito per addebitare tale importo ai propri clienti. Erano previsti anche un tetto minimo ed uno massimo, rispettivamente di €. 34,20 e di €. 1.200,00. Nei due anni successivi l’imposta di bollo è stata innalzata dello 0,05% ogni anno, fino a giungere nel 2014 allo 0,20%. Anche i due tetti sono stati aboliti. A partire dal 1 luglio 2014 anche l’aliquota fiscale sulle rendite finanziarie, e quindi anche sui conti deposito vincolati, è risalita al 26%. Questi dati sono validi anche per il 2017.

Rischio dei Conti Deposito Vincolati: Quali sono?

I principali rischi legati al conto deposito vincolato sono quelli comuni ad ogni altro tipo di rapporto bancario. Il principale di questi è senza dubbio rappresentato dal fallimento della banca presso cui il correntista ha aperto il proprio conto. In questo caso l’istituto si troverò impossibilitato a restituire al soggetto sia il capitale depositato che gli eventuali interessi maturati. Per tutelare il cliente sono tuttavia stati predisposti dei fondi, sia a livello europeo che nazionale, che risarciscono gli aventi diritto fino ad un capitale massimo di €. 100.000,00.

Si tratta della Direttiva 2009/14/CE che vige per tutte le banche operanti nella Comunità Europea, e del Fondo Interbancario Tutela Depositi, a cui devono aderire tutti gli istituti italiani. Le banche estere che operano in Italia invece hanno l’obbligo di aderire al Fondo previsto nel proprio Paese, che deve comunque garantire una copertura minima per ogni singolo depositante pari a quanto stabilito dalla Comunità Europea.

Anche i tempi di rimborso sono stabiliti dalla Comunità, che ha anticipato a venti giorni lavorativi il precedente termine di tre mesi. Il rischio del correntista si riduce dunque al solo capitale eccedente la somma garantita di €. 100.000,00.

Caratteristiche del tipo di conto

Aprire un conto deposito vincolato è particolarmente semplice. Poiché la banca non si assume alcun tipo di rischio non avrà motivo per svolgere lunghe ed estenuanti procedure di controllo sull’affidabilità del cliente. Il contratto che viene sottoscritto dovrà contenere alcuni elementi essenziali, quali:

  • Le spese di apertura, di gestione e di eventuale chiusura del conto;
  • Il criterio di calcolo ed il tasso annuo lordo degli interessi corrisposti;
  • Le spese bancarie trattenute per ogni singola operazione di versamento o di prelievo;
  • I giorni di valuta per versamenti di assegni emessi dalla stessa banca o da altri istituti;
  • La data di addebito dell’importo vincolato e quella prevista per la sua nuova disponibilità;
  • L’importo delle eventuali penali da corrispondere alla banca in caso di necessità di prelievo del capitale prima della scadenza contrattuale.